Capitolo 18

 Oggi è il 31 ottobre, e questo vuol dire solo una cosa: Halloween.

Nella nostra scuola vigono regole molto ferree sui comportamenti da tenero dopo le 11 di sera, ma ad halloween è concesso, fuorchè utilizzare tutto la magia per uccidere qualcuno s'intende.

Ogni anno è tradizione addobbare tutto il castello con zucche giganti, streghette con verruche verdi e fantasmi a dir poco mediocri in confronto a quelli che troneggiano alle soglie dei nostri dormitori, in compenso loro parlano e sono simpatici.

Tanti anni fa, ho scoperto da un vecchio annuario, si teneva una gara a premi per il costume più bello, il primo premio era qualcosa di pazzesco: potevi scegliere un corso in meno e saresti stato confermato lo stesso.

Ovviamente per vincere il primo premio si doveva lavorare sodo a partire dal primo di ottobre: ​​​​per un mese ogni alunno iscritto al contest doveva guadagnare una serie di punti svolgendo mansioni di aiuto alla comunità magica, sia che all'interno del castello. Chi aveva guadagnato molti punti aveva un vantaggio durante la gara dei costumi il 31, ma poteva anche perdere se il travestimento non era gradito.

Tutto questo veniva allestito per incitare gli studenti a crescere rendendosi più responsabili, era un vero successo. Ormai erano anni che questo non avveniva, ma io e Astoria volevamo comunque allestire una gara di costumi, il primo premio? Re e regina di Halloween verranno incoronati allo scattare della mezzanotte e per una settimana non fare i compiti.

Avevamo già preparato il discorso e gli striscioni e la McGrannit era d'accordissimo per l'idea, ora bastava aspettare fino a sera per aprire le iscrizioni.

stati appesi nell'ultima settimana settimana e moltissimi volantini vennero scritti a mano cartelli personali dai ragazzi messi in punizione dopo l'orario di lezione: Astoria ed io creato un vero e proprio business.

Eravamo molto motivate e la McGrannit e Silente'impresa su di noi, eravamo nell'impresa e ci eravamo ingraziate anche Piton, organizzato eventi era diventato un gioco, ma anche un responsabilizzarsi che mi piaceva, e in questo modo ero più coinvolta che mai nella vita della scuola e del castello...ero molto felice.



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