Capitolo 13

Nonostante i miei sforzi non riuscii a raggiungere Draco... di sicuro lui mi stava sfuggendo ed io ero turbata perché la sua espressione mi aveva scombussolata e nel mio stomaco si era creato un nodo così stretto che a fatica sarebbe riuscito a sciogliere: se non ci parlo stasera, non ci parlerò mai più, questo fu il mio pensiero.

Ormai era mezzanotte passata, ma la folla rimaneva fitta e densa come un budino congelato e ogni minuto che passava speravo dentro di me che Draco mi si avvicinasse e mi rendesse le cose più facili. Avrei voluto sentirlo dire "Va tutto bene Peach, so che tu e Harry avete solo parlato e io sto bene, fidati". Volevo sentirmi dire che non avevo fatto nulla di sbagliato e che sentirmi in colpa per qualcosa era del tutto insensato.

Invece, a mio discapito, il suo sguardo serpentino che riserva ai suoi acerrimi era nemici puntato verso di me ogni volta che cercavo una connessione tra i nostri occhi e il nodo allo stomaco ormai era diventato un muro di cemento.

Sentivo che il vestito mi si stava incollando al corpo a causa di un sudore freddo che limitava i miei movimenti, mi sentivo di soffocare. Volevo essere ovunque, anche con i piedi a gelare nel lago nero, ma il luogo dove volevo davvero essere era nel corridoio, a parlare con Draco.

Tutti si stava divertendo, mentre io ero l'unica che se ne stava in disparte a mangia le unghie mentre mi chiedevo cosa avessi fatto di tanto per essere finita in casinò, e poi per cosa? Che cosa voglio da Draco? E da Harry? Voglio amicizia? Rispetto? Voglio essere parte di qualcosa? ..voglio essere di qualcuno? .....voglio...

L'unica cosa che mi riportò alla realtà fu Astoria, che dopo aver bevuto 5 bicchieri di punch sembrava camminare a 3 metri da terra.

"HEEEII STUPENDA"; certo che questa ragazza è proprio rumorosa, pensai.

"Ciao Astoria" dissi mogia

"Dolcezza, qualcosa non va?" ero seduta su una panca, e lei mi aveva messo un braccio dietro la testa e mi aveva stretta a sé.

"Purtroppo sì..." Non so perché avessi deciso che era arrivato il tempo di sfogarmi, ma la verità mi era uscita dalla bocca senza neanche accorgermene.

"Dai bellissima dimmi tutto" Devo ammettere che non mi ero mai soffermata sulle capacità di Astoria nell'ascoltare sempre i miei problemi e solo in quel momento mi resi conto che lei per me c'era stata sin dall'inizio.

Le raccontai tutto, da quello strano svenimento che sembrava una reazione post traumatica ad un flashback, della lettera scritta ad Harry, della sua risposta, della nostra chiacchierata, dei commenti positivi di Draco sul mio aspetto, del suo comportamento strano di stasera dopo avermi vista con Harry, tutto.

"Tesoro, Draco è geloso e se vuoi risolvere le cose con lui devi andarci a parlare, ADESSO!"

Mi diede una pacca sul sedere e mi incitò ad andare verso quell'angolo della stanza che tutto ad un tratto era diventato proibito e pericoloso nel mio subconscio.

Mi girai un istante verso di lei, incerta nel fare il passo successivo.

"VAI" urlò lei in tono di incitamento.

Mi ritrovai davanti a Draco con la lingua paralizzata e un paio d'occhi supplicanti "parla ti prego parla...dì qualunque cosa ma parla" pensavo. Forse me lo meno davvero nello sguardo perchè dopo aver chiuso gli occhi e preso un gran respiro mi disse

"Che vuoi Peach?" ma questa volta quel nomignolo nato in modo così spontaneo e delicato, sembrava un ringhio.

"Parlarti, non capisco partita cosa è successo.. era così bene la serata"

"Parlare? Non hai parlato già abbastanza stasera? O hai fatto altro?"

"Sei volgare, meschino...io e Harry abbiamo solo bisogno di chiarire... e ora è con te che vorrei chiarire"

"Credo che tu abbia sbagliato persona"

La frase mi colpì come un fulmine che riavvolse come in un film tutta la sequenza dei fatti accaduti quella domenica pomeriggio, scappai in camera mia, in preda ai ricordi che si accumulavano nella mia mente.


 

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